Chi sono i Lovegiver o O.E.A.S e come funziona l’assistenza sessuale per disabili?
In questo articolo andremo alla scoperta della figura dell’assistente sessuale per disabili, conosciuto in Italia, seppur non ancora riconosciuto istituzionalmente, con il nome di lovegiver. La sessualità è un aspetto della nostra vita per molti versi sdoganato, anche grazie storicamente alle rivolte giovanili e alle riforme degli anni 60-70. C’è più consapevolezza circa gli aspetti emotivi, la prevenzione di malattie, ma il tema della sessualità nella disabilità è ancora troppo poco affrontato nonostante sia stato più volte ricalcato che la sessualità è un diritto universale. Tratteremo di questo e del ruolo in questo contesto della figura del lovegiver, cosa fa, come si sia sviluppata e a che punto siamo in Europa e in Italia per il suo riconoscimento.
Cos’è l’assistenza sessuale per disabili?
La figura dell’assistente sessuale nasce per soddisfare il bisogno sessuale delle persone con disabilità già dagli anni ’80 in Europa, soprattutto in nord Europa, in paesi come Germania e Paesi Bassi, dove sono stati istituiti dei “Servizi di Assistenza Sessuale”.
Per quanto riguarda il tipo di servizio, questo include il supporto all’espressione dei bisogni sessuali ma anche emotivi ed affettivi: prevede prestazioni sessuali e/o di “tenerezza” per disabili dei due sessi, etero bisessuali ed omosessuali, da parte di assistenti formati allo scopo. Il servizio viene erogato a domicilio o in istituti.
Abbiamo già parlato di disabilità e sessualità, e delle misconcezioni legate a questo tema. L’assistente sessuale non è quindi un sex worker, per quanto anche questo lavoro non sia da condannare, anzi già ampiamente accettato e legalizzato, non a caso, in questi stessi Paesi dove la figura dell’assistente sessuale è riconosciuta.
Gli operatori quindi seguono un percorso rigoroso di formazione e tirocinio in ambito sessuale, affettivo, emotivo ed etico per offrire alla persona disabile affetto, carezze, parole, oltre che appagamento sessuale. Come abbiamo approfondito nel nostro articolo su come approcciare il sesso con disabili, è da considerare infatti che a volte l’espressione strettamente sessuale è impedita da menomazioni fisiche o psichiche.
Ci sono tuttavia diversi modi di intendere l’assistente sessuale: in Italia è nata la figura del lovegiver (più precisamente O.E.A.S) che si discosta dall’assistente sessuale nei paesi europei sopra citati. Esiste infatti una mancanza di riconoscimento della figura in Italia a livello istituzionale, ma anche una differenza più sostanziale: In Italia, oltre alla volontà di creare una situazione di contatto sia umano che sessuale, il lovegiver ha principalmente un compito educativo e nella relazione non si arriva a un rapporto completo, perché il regolamento pone come limite l’autoerotismo lasciando fuori il sesso orale e i rapporti completi.
Progetto LoveGiver e diritto all'assistenza sessuale in Italia
Comprendiamo l'importanza dell’assistente sessuale per disabili se prima facciamo un passo indietro sia sul concetto di sessualità e affettività come diritto umano, sia sulla necessità di una educazione alle sessualità che permetta di esprimere questo diritto.
Dalla Convenzione ONU, per disabili “si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri” (2006).
Il problema dell’accesso a pari opportunità anche in termini di espressione sessuale non è dovuto quindi alle menomazioni, quali esse siano, ma agli ostacoli imposti che possono essere fisici, culturali, sociali che impediscono questa libera espressione.
È lecito chiedersi: come fanno l'amore i disabili? Quali sono gli ostacoli che queste persone incontrano? La figura del lovegiver in Italia nasce con l’intento di concorrere ad eliminare questi ostacoli all’espressione sessuale ed affettiva, per mezzo dell’educazione sessuale, della proposta di soluzioni per mezzo di sex toys o del proprio personale servizio che in questo caso non entra nei confini della prestazione sessuale.
Cosa dice l’ordinamento Italiano in questo senso? Il Senato per recepire la Convenzione ONU del 2006 ha approvato all’unanimità la Legge 22 dicembre 2021, n 227 “Delega al Governo in materia di disabilità”. A questa però devono ancora seguire adeguamenti della legislazione interna. Inoltre è stato presentato un disegno di legge per il riconoscimento della figura del lovegiver ormai nel 2014 (Disegno di legge n. 1442) proprio dalla fondazione che ha creato la figura del lovegiver, ma per il momento con un nulla di fatto. Ci sono quindi delle lacune sul piano pratico nell’ambito della garanzia di pari opportunità della sessualità alle persone disabili, sebbene sia chiaramente definito come diritto umano.
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Chi sono i Lovegiver?
Il lovegiver o O.E.A.S. (Operatore per l’assistenza Emotiva, Affettiva e Sessuale) è un operatore professionale, uomo o donna, con orientamento eterosessuale, bisessuale o omosessuale con delle caratteristiche psicofisiche e sessuali “sane” che si occupa di contatto emotivo, affettivo e sessuale e di educare a questi aspetti persone con disabilità fisica e/o cognitiva. La figura del lovegiver è nata con la fondazione del Comitato LoveGiver, nel 2013, sulla scia di iniziative europee. A fondare il comitato è stato Maximiliano Ulivieri.
L’O.E.A.S. non è ancora una figura professionale riconosciuta a livello nazionale, ma Massimiliano porta avanti dal 2014 la battaglia per l’approvazione di una legge che riconosca questa professione in ambito socio-sanitario. Il motivo per cui Massimiliano ha avuto l’idea di fondare il comitato e di creare questo assistente in Italia è dovuto al fatto che le persone con disabilità vivono una grande difficoltà e scarsa conoscenza la sfera sessuale, nonostante questa sia non solo una fetta importante della conoscenza di sé, ma anche uno bisogno che garantisce benessere fisico e psicologico.
Lovegiver: cosa fa?
Quindi cosa fa un lovegiver? Essendo la sessualità legata all’affettività, il ruolo del lovegiver è molto ampio e sfaccettato, oltre che si relaziona alle esigenze della singola persona disabile, delle sue peculiarità fisiche, psicologiche e sociali, in particolare aiuta le persone con disabilità a sperimentare l’erotismo e la sessualità (leggi il nostro articolo: le persone paralizzate possono avere rapporti sessuali?). L’operatore del benessere sessuale, quindi, è opportunamente formato su un piano psicologico, etico e sessuale, aiuta la persona con disabilità a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale.
Da un punto di vista pratico:
si dedica a massaggi, carezze, contatto fisico corpo a corpo, esperienze sensoriali;
- dà suggerimenti ed educa all'attività autoerotica, suggerisce l’uso di sextoys e dà indicazioni su come utilizzarli;
- educa ai modi, ai momenti e ai luoghi in cui è opportuno assecondare gli impulsi sessuali;
- insegna esercizi di respirazione;
- organizza percorsi di meditazione individuale o condivisa;
- stimola e aiuta nella sperimentazione dell’autoerotismo fino all’esperienza orgasmica (accompagnamento alla masturbazione);
- progetta percorsi di educazione sessuale.
Cosa non prevede il lavoro del* Lovegiver?
Il lavoro del lovegiver come specificato non prevede un rapporto orale o un rapporto completo, si limita al supporto nella masturbazione.
O.E.A.S: cosa significa Operatore all'Emotività all'Affettività e alla Sessualità?
I lovegiver aiutano le persone con disabilità, grazie alla loro formazione, a scoprire la dimensione ludica, relazionale ed etica della sessualità.
Il loro ruolo è quello di aiutare la persona disabile a diventare più consapevole e acquisire più autostima e autoefficacia nelle relazioni, assumersi le proprie responsabilità, guadagnare sicurezza nell’approccio con le altre persone, conoscere meglio il proprio corpo e le proprie esigenze (sessuali ed emotive) e comprendere e gestire l’attrazione sessuale.
Grazie al percorso di formazione ricevuta i lovegiver sono anche pronti a rispondere ad eventuali domande sul sesso, sulla sessualità in genere, sui rapporti con le persone per cui si prova attrazione.
L'importanza dell'assistenza sessuale per disabili
La figura dell’assistente sessuale per disabili è molto importante per garantire un accesso e una educazione alla sessualità paritaria.
L’accesso al sesso per i disabili infatti non è sempre stato, e non è ancora semplice sulla base dell’assunto duro a morire che la loro sessualità sia diversa. Al contrario le persone disabili provano desiderio sessuale allo stesso modo delle persone cosiddette “normodotate” e tutti dovremmo avere le stesse possibilità di accesso all’orgasmo essendo una funzione biologica fondamentale.
L’assistente sessuale potrebbe quindi da un lato aiutare concretamente le persone disabili a esercitare questo diritto, dall’altro migliorare la conoscenza sul tema, promuovere l’educazione su disabilità e sessualità non solo tra le persone con disabilità, ma anche tra chi vi ha uno stretto legame, come i familiari o i caregiver.
Il ruolo educativo del lovegiver lo caratterizza come figura professionale e lo distingue anche dall’assistente alla sessualità già diffuso e ampiamente accettato in altri Paesi europei.
L’educazione sessuale e affettiva è importante nell’educazione globale dell’individuo, essendo l’affettività e la sessualità elementi che fanno parte dell’identità personale stessa e funzionale alla salute sessuale. L’operatore O.E.A.S può agire efficacemente in questo senso: la salute sessuale è non solo assenza di malattie della sfera sessuale, ma uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale, relazionato alla sessualità.
Quindi per salute sessuale si intende anche essere a proprio agio con la propria sessualità, consapevoli delle proprie necessità affettive e sessuali, capaci di rispondere alla soddisfazione di queste esigenze e attuare comportamenti di prevenzione e promozione della salute sessuale.
Inoltre l'operatore all'emotività, all'affettività e alla sessualità ricopre un ruolo educativo anche nel senso che può concorrere a sgretolare alcuni luoghi comuni sbagliati e pregiudizi in materia di sessualità e disabilità tra cui:
- la figura dell’angelo innocente (considerare la persona disabile come un eterno bambino, quindi erroneamente asessuato);
- la ipersessualizzazione del disabile e l’attribuzione dell'attributo di promiscuo (cosa che succede soprattutto alle persone con disabilità intellettive, che possono avere difficoltà a controllare e comprendere i luoghi e i modi corretti di espressione della sessualità);
- la concezione della persona disabile come troppo fragile quindi non adatta ad un rapporto sessuale.
Come diventare Assistente Sessuale per disabili?
Per diventare lovegiver si superano delle preselezioni, si frequenta un corso di 200 ore con psicologi, sessuologi, medici e assistenti sessuali europei.
Alla figura dell’operatore O.E.A.S è richiesta una profonda empatia, consapevolezza ed un buon rapporto con il proprio corpo, apertura mentale, pazienza e capacità di ascolto.
L’operatore O.E.A.S deve porsi in relazione alla persona disabile in maniera totalmente scevra da preconcetti, pregiudizi e misconcezioni comuni e non deve avere parafilie o tendenze equiparabili.
Anna: la prima Assistente Sessuale per disabili in Italia
Anna Senatore è stata la prima prima tirocinante da assistente sessuale in Italia, nel 2018.
Ha seguito il corso organizzato da LoveGiver, e ha cominciato il tirocinio con Matteo Salini, 39 anni, tetraplegico. Tra di loro si è instaurato un rapporto terapeutico in cui si è parlato delle necessità di Matteo, ci si è dedicati al contatto con le mani, allo sfioramento, al contatto visivo, senza mai sfociare in un rapporto sessuale.
La sua storia è stata documentata in un Docufilm trasmesso da Rai3, la serie TV “Il Corpo dell’Amore”, nella puntata “Anna. La prima volta” visibile su Rai Play. Anna ha scelto poi di non ultimare la formazione OEAS per proseguire da sola, ideando il “Percorso di Assistenza Sentimentale e Sessuale Olistica” (P.A.S.S.O).
Risorse e Link Utili
- LoveGiver - Il progetto
- LoveGiver - Chi è e cosa fa
- I paesi europei nei quali il LoveGiver è già una professione
- Bologna al via il primo corso per assistenti sessuali alle persone disabili
Approfondimenti: sessualità e disabilità